SERDIANA
Cinque fattorie, quasi 250 ettari, per una vocazione tramandata dalla civiltà nuragica. Una fattoria insiste nel territorio di Serdiana, vicino alla cantina Argiolas, non distante dalla chiesa romanica di Santa Maria di Sibiola che, eretta nella prima metà del XII secolo dai Vittorini, divenne grazie ai Benedettini un prosperoso centro agricolo.
Tre fattorie sono ubicate in Trexenta, nell’antico granaio di Roma – oggi un susseguirsi di frutteti e oliveti, filari di viti e campi di cereali – dove i vigneti di Selegas, Siurgus Donigala e Guamaggiore formano un magico triangolo con al centro Senorbì ed il suo museo etnografico, dove diversi reperti attestano un’antica vocazione di cultura agricola. Votato alla vite, il territorio che ospita la quinta fattoria acquistata nel 2002 nella patria del Carignano, il Sulcis, il cui nome deriva all’antica Solci, Sulky.
Fiorente colonia fondata nel VII secolo avanti Cristo dai Fenici, era il più ricco fra i tanti porti dell’Isola. Ma la storia del vino, in Sardegna, precede l’arrivo dei navigatori provenienti dal Libano e racconta di un patrimonio arrivato attraverso un centinaio di vitigni autoctoni. Il segno distintivo di un territorio è testimoniato dai vinaccioli di cannonau trovati nel Nuraghe Arrubiu di Orroli, che attesterebbero la preesistenza dei vitigni sardi rispetto alle colonizzazioni.
Sospesa tra nuragici e fenici, la storia del vino in Sardegna sfoglia un capitolo importante nella geografia dei vigneti Argiolas: Sisini, Bingiargia, Sa Tanca, Piscina Trigus, Turriga, Pranu Sturru, Costa Bancodi, Perda Campus. Nomi di una combinazione felice di marne arenarie, calcari marnosi, roccia e argilla con il caldo sole, la brezza di mare, il frequente vento.